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Cronache da Altroquando

giovedì 11 febbraio 2010

Chiudete gli stadi. Riaprite il Colosseo.

Cosa sono queste mignotte senza dignità? Che non hanno mai conosciuto la strada, a cui non piace forse nemmeno il cazzo. Che si agitano nei talk show e nei quiz che guardano i vostri padri, le vostre madri, i vostri fratellini rognosi? Queste mignotte a cui non piace nemmeno scopare che snaturano il senso di un culo, una bocca, due tette. Cosa sono queste puttane innocue? Forse la vostra sadica ipocrisia? Il vostro perbenismo da sacrestia? Cosa sono queste suore in mutande, queste vallette da Horror Picture Show, questi mezzi uomini, questi quaquaraqua, questo parlar di fregna all'ombra della Cupola, all'ombra di San Pietro. Queste letterine a donne già morte, questi messaggi in segreteria.
Cosa sono questi generali già persi, questi soldati già arresi, questo parlamento distante. Le loro puttane di lusso, madri, figlie e sorellastre.

Distante.

Questi ministri da calendario, questa Chiesa da lampadario, questi giornali da palombaro.
Dove sono finiti i bordelli? Perchè non li volete riaprire cani bastardi che altro non siete? Vogliamo riappropriarci del senso. Voglio vedere i cravattari che vanno e vengono la dal portone e le mignotte che leggono la bibbia e sniffano di cocaina coi soldi sporchi alla luce delle candele, delle lampade rosse, sopra i bidet di Brassai. Voglio proprio vederli, sentirli telefonare, di ripassate, di terremoti. Voglio vederli nei bordelli però. Non voglio più sentirne parlare nei giornali, alla televisione, al parlamento. Riaprite i bordelli per l'amor di Dio.

Riaprite i bordelli.

La pillola antiabortiva. La libertà di stampa. I magistrati. L'eutanasia. Le coppie di fatto. I gay. I negri. La donazione degli organi. Il preservativo. L'aids. La guerra di pace. La vostra sporca paura. Il vostro sporco bigottismo. Il vostro voto. La vostra fottuta democrazia.

C'è tutto la dentro. Ci hanno infilato ogni cosa. Nelle case chiuse. Chiuse a doppia mandata. Sigillate, murate.
Riaprite i bordelli, riaprite i bordelli. E' tutto la dentro. Chiuso a chiave chiuso a chiave.

Riaprite i bordelli.

Fosse anche solo per le mignotte, quelle vere, chè bisognerebbe farle un monumento per la statura morale e intellettuale dal cui confronto usciremmo tutti sconfitti.


ON AIR - Giorgio Gaber - Quando è moda è moda


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mercoledì 10 febbraio 2010

Paranormal Audience

La storia satanica è trita e ritrita. Basta aver letto Il bambino che parla con il diavolo, fortunato libro di Evan Justins per rendersi conto di quanto si poteva far meglio e allo stesso tempo di quanto il tema sia abusato. Ma questo non ha importanza, per una volta c'interessa la forma, e nell'horror, forse, altro non è restato. Detto questo, è indubbio però che l'idea di fondo, ovvero cosa succede intorno a noi in quel lasso di tempo in cui perdiamo ogni controllo sensoriale su ciò che ci circonda, quando dormiamo, è bella e suggestiva. Tant'è che del film ne concepiamo il senso solo nei momenti in cui la macchina da presa è posta sul cavalletto, fissa sul lettone dove i protagonisti dormono e dunque non ci son più, restiamo noi invisibili a osservare, quasi fossimo presenza oscura, attiva e passiva allo stesso tempo. Carnefici e vittime. Eppure sempre e solo voyeur. Il budget credo vada considerato eccome, perchè le doti registiche emergono con forza e sono innegabili, ma allo stesso tempo con altrettanta forza emerge la sacrosanta verità che gli sceneggiatori, anche se ormai nemmeno ne leggiamo più i nomi nei titoli di coda (e forse anche per questo) vanno pagati caro. Ma quest'aspetto non c'interessa, abbiamo detto, se andiamo a vederlo non lo andiamo a vedere per la storia, ma per altro. Forma. Abbiamo detto. Un appassionato di cinema, e non solo, stavolta, si troverà infatti più volte a soffermarsi incuriosito non tanto sulla narrazione quanto sulla dinamica del girato. Credo sia un film da vedere dunque, anche solo per discutere di come è cambiato il cinema (no, non si è ancora detto abbastanza) nell'era dei telefonini e delle videocamere a basso costo, nell'era dei reality e della compiutere grafficca. La Tecnologia: dove sta la sua grandezza, forza, potenza? Nelle cifre stratosferiche incassate da un film a costo pressochè pari a zero o nelle altrettanto stratosferiche cifre spese per certi baracconi computerizzati e sflescianti (aspettando Buried, vogliamo rottura vogliamo rottura)? Paranormal Activity anima la discussione. Capito? Discutere e non solo guardare dal buco della serratura come ci (vi) costringono a fare "certi" film, senza far titoli. Ontologia dello spavento, dell'immaginazione. Possono "essere" ancora? Possiamo? Tutto è relativo. E' il genere stesso, l'horror, ad esserlo, nella storia del cinema. Ambiguo. Ma forma però. Quella è ineccepibile. Ineccepibilmente geniale. Moderna. Che ti fruga e ti scuote come un calzino, quando il cinema è cinema e il resto sono perle ai porci. Faccio come Mereghetti: pallino vuoto, che significa n.v., non valutabile. Qual'è la MIA soggettività, dunque, potreste chiedermi. Andatelo a vedere che poi ne parliamo. Parlare, potremmo starci delle ore a farlo, il bello è che finiremo di parlare di tutt'altro e P.A. resterà sullo sfondo come il terreno di gioco e nient'altro. Anche questo è cinema. Chè non lo sappiamo più, cos'è. Paranormal Activity è rock, Avatar è lento.


ON AIR: The Magnetic Fields - Punk Love


Keywords: paranormal activity recensione storia vera critica mereghetti spavento paura horror non riuscirete più a dormire 15000 dollari oren peli avatar james cameron

martedì 9 febbraio 2010

Pigmei

Caro Jay, posso solo dirti, da appassionato lettore di tutti i libri di Palahniuk, che la maggior parte della gente considera Cavie un libro noioso e di difficile lettura. Io penso invece che sia il caolavoro letterario di quest'uomo e uno dei libri più profondi, cinici, lucidi e spietati degli ultimi trent'anni, in una parola: stupendo. Per la/le storie e per il significato che riesce a costruire tassello per tassello; "La cultura della lamentela", fossimo ancora sani di mente l'avremmo già inserita nei classici del pensiero. Non è roba da ragazzine, certo. Devi capire, però, che essendo questo folle l'autore di alcuni libri "dissuccesso", ha spopolato per la sua irriverenza e la sua unpolictally-correct., scatenando più un'adorazione di tipo voyeristico che non una vera comprensione della sua opera. Palahniuk usa i cazzi di gomma per dipingere la Cappella Sistina. I suoi libri sono quindi a strati: il primo strato ipnotizza le masse, quelli meno superficiali conquistano gli individui. Non mi sorprende dunque che ogni qualvolta esce un suo libro una folla di soggetti si dedichi a demolirlo perchè "non è come Fight Club", ed è per questo che trovo totalmente inaffidabile le "solite" recensioni che ultimamente infestano la rete (sottolineo: solite). Anche questo, però, è a parer mio, ma sempre più convinto che la "democratizzazione" della cultura sia il deboscio delle coscienze, proporrei un esame e un patentino per essere abilitati, e credibile, nel recensire il Vecchio, Grande, Chuck. "Non essere mai possa senonchè l'inizio almeno".


ON AIR: Massive Attack - Pray for rain


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