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Cronache da Altroquando

lunedì 18 maggio 2009

Il naso di gomma


Le parole. Che sono così importanti. Come diceva Nanni Moretti. Come diceva a un giornalista. Come lo diceva. Ma le parole sono importanti anche nelle risposte. Risposte negate, contraddette, quelle che oggi non saranno mai uguali a ieri, quelle che nell’arco di una giornata si trasformano, scappano e cambiano la realtà. Le parole. Si sa, non sono sempre depositarie della verità. Eppure quando a parlare è il Ministro, quando a parlare è il Presidente, ci si aspetta rigore. Ci si aspettano pesi e misure. È forse sbagliato pensarla così? Perché mi aspetto tanto? Ma a voi che importa. Voi non avete più la capacità di distinguere. Voi e i vostri album da colorare. Voi senza più pennelli, altro che parole.

Vi scrivo dalla fattoria, lontana anni luce dai vostri occhi spalancati, che sbattono ciechi davanti a pensieri su pagine ingiallite dai contorni troppo reali per crederci, quegli stessi occhi che sbrilluccicano di fronte a pailette e lustrini da circo. Qui i raggi di un vecchio tubo catodico in bianco e nero mi mostrano scene da teatro dell’assurdo: un palcoscenico chiamato Parlamento, in cui di volta in volta, attori in doppiopetto sbavano, ammiccano, ti fissano dal loro podio da perfetti vincitori di figa. Forse parlano, ma vedo solo decrepiti cariatidi che vomitano su sé stesse, l’audio non arriva. Sono una persona fortunata con un vecchio tubo catodico rotto. E se poi riuscissi anche a sentire che cosa cambierebbe? Tanto ieri sarebbe già un altro giorno. Un’altra versione. Un altro mondo. Che non ci interessa. Perché noi qui abbiamo tutto quello di cui c’è bisogno, L’indispensabile, la nostra verità. Ce la sentiamo dentro, vaccinati e immuni alle vostre pagliacciate quotidiane di veline, parlamentari, papini e papponi.

La verità delle nostre coscienze è fatta di ultimi amori, di montagne e conigli verdi, labbra blu di vino onesto. La nostra verità è quella di una chitarra scordata, gole secche, stonate, di avventure nella città di mezzo, collanine di bucce di noccioline, mani unte di alette di pollo fritte. E piangiamo perché ci emoziona ancora il tramonto, visto da qui, il tramonto di soli e lune, di quegli sguardi che credevamo amici, di esperienze vissute al contrario, il tramonto della forza di essere persone col coraggio delle proprie azioni. Eppure riusciamo ancora a ridere, e ridere a crepapelle, di risate contagiose e virulente, proprie quelle che vi seppelliranno una volta per tutte: perchè i vostri partiti e le vostre ideologie, il vostro piagnucolare e smocciolare su voi stessi per le boiate create dai vostri padri e su cui continuate a menarla, ci fanno pena e compassione. Volete salvarvi? Venite a trovarci. Venite qui a zappare con noi, venite a smetterla. “La verità nell’arte e la felicità nel fumo di una sigaretta”: questo cartello vi indicherà la strada. Tutto il resto è fuffa. O noia. Che dir si voglia.


ON AIR: Vampire Weekend - M79


Keywords: parlamento pulito nanni moretti manifesto ministro della giustizia

2 commenti:

Anonimo ha detto...

...ti fissano dal loro podio da perfetti vincitori di figa...

DANIEL

Anonimo ha detto...

...di sole che ferisce il cielo...d'insalata ancora sporca di terra...di amori bisognosi...di rancore nascosto...voler fare di più e trovare la forza per farlo...di realtà diverse che si compensano e insieme affrontano l'ignoto...per l'infinito delle mie,delle nostre emozioni...appena potrò se lo desiderate verrò lì con voi per zappare insieme... MAGENTA