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Cronache da Altroquando

lunedì 11 maggio 2009

Sulla democratizzazione della cultura


Abbiamo costruito la fattoria. C'è voluto del tempo ma ora siamo in tanti. Siamo qua in questo luogo a picco sul mare, da cui gettiamo palle di neve a valle, sulle case e sulle piazze deserte.
Abbiamo ricevuto vostre notizie, del vostro presidente "papi", del vostro presidente nero, dei vostri blogger da strapazzo.
Com'è che tutti possono dire e fare ciò che vogliono?
Com'è che non ci s'indigna più? Che non ci si ribella più?
Abbiamo costruito questo luogo lontano per guardarvi meglio.
Utilizziamo le vostre stesse armi perchè non esistono più linguaggi chiari.
Abbiamo sentito parlare di Carlo Pastore. Un esempio per tutti.
L'incarnazione di ciò che vogliamo noi giovani, avvelenati dai nostri padri sessantottini, dagli ex missini e comunisti. Noi che vogliamo diventare v-jay. Che vogliamo sparare cazzate senza controllo. Che wikipedia è una cosa seria.
Carlo Pastore che pubblica un libro sui provinciali che si fanno da sè. Se fai un bel respiro. Che ci butta in mezzo la voglia di essere amati e le boiate di una geerazione che non sa più che dire.
Carlo Pastore che probabilmente si è scritto la voce su Wikipedia da solo, per sembrare importante.
Chi è esattamente costui, fateci sapere...fateci sapere se davvero è uno che scrive di musica...a noi qua arrivano soltanto bei dischi.
Fateci sapere se esistono ancora giornali e giornalisti.
Se esistono libri di carta.
Se esiste la nausea.
Se il precariato serve ancora a pararsi il culo come quando abbiamo staccato la spina.
Fateci sapere se vi hanno arrestato.
Fateci sapere se le università sono ancora piene di parassiti e le librerie di alieni.
Ancora si vota?
Ancora la democrazia è sporca?
Mandateci un segnale. Ciao Carlo, la colpa non è soltanto tua.


ON AIR: Giorgio Gaber - Quando è moda è moda


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