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Cronache da Altroquando

martedì 30 giugno 2009

Matthew Bourne's Dorian Gray


Il Dorian Gray dei giorni nostri, insomma.

Prendete il romanzo di Wilde e iniziate a convertire personaggi, simboli, vezzi e vizi in sintonia col nostro tempo.
Pensate a quanto è attuale. Pensate che Oscar Wilde lo scrisse nel 1890 e, a distanza di centovent'anni, pensate, anzichè perdere in attualità, a quanto nè guadagna.

E così Matthew Bourne, per molti il più grande coreografo contemporaneo della scena mondiale, Dorian ha deciso di farlo impersonare, anzichè da un pittore, da un modello, un foto-modello.

E più che mai, qui, la bellezza non si realizza nell'arte ma nell'apparenza. E come in Visconti, altro grande esteta, ma molto più che decadente (qualcuno potrebbe obbiettare ma non ce ne può fregà de meno) la soluzione ultima è la morte, il degrado fisico e morale, la morte spiccia e quella spirituale.

“La foto di Dorian Gray”, potrebbe chiamarsi il nostro spettacolo: solo due date in Italia, a Ravenna e a Parma, tutto esaurito, ovviamente.


La foto, già, perchè qui non ci sono ritratti. C'è la foto del mega-manifesto del profumo Immortal. Mega, stile Silvio. Immortal.

Onde poi essere storpiato in Mortal. Quando la vanità muore e così i pilastri di carta di una società fondata sull'immagine e l'apparenza.

Il mito dell'eterna giovinezza rappresentata dai chirurghi in un numero di danza moderna su base elttro-pop che colpisce anche il più scettico verso i balletti, come me. Si, perchè alla fine chiamarlo balletto fa ridere. Anche se di questo si tratta. Bisogna inventare parole nuove, mi sa. Perchè sennò alla fine si attirano le ignare bacucche da teatro addobbate a festa, che alla fine ci son rimaste male che ad applaudire non erano loro.


Eravamo noi, infatti, ipnotizzati dall'attualità, dalle luci, dalla regia magistrale, dalle straordinarie musiche, eseguite dal vivo, originali di Terry Davies che dobbiamo assolutamente procurarci il disco.


IL DISCO: nei migliori negozi dal 6 luglio 2009. Accettate il consiglio, chè su questo posso garantire, per quanto riguarda lo spettacolo, invece, forse è meglio che cerchiate una recensione più seria, che noi alla fine di balletti non ce ne intendiamo mica.


ON AIR: Terry Davies - Basil's World


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