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Cronache da Altroquando

venerdì 5 giugno 2009

John Fante - La confraternita dell'uva - 1977


Vogliamo fisicità. Corporeità.
In quest'epoca così volatile. Scarna.
Vogliamo sentire la pelle, sfiorarne le ossa, occhi umidi, labbra umide, e carne, toccare la carne, la polpa, donne e uomini che si rotolano, che sudano, piangono, ridono.
Che gliela mettono in culo, alla vita.
Basta magagne paranoiche, basta seghe mentali.
Abbiamo sete di vino rosso, che ci condurrà alla morte senza fretta, senza tristezza.
Siamo già nella confraternita.
Vogliamo essere padri e figli. Come i Molise.
La loro dignità. La loro famiglia disastrata che nonostante tutto è lì, fisica, corporea, a colmare un vuoto.
Henry fa lo scrittore. Nick, il padre, è il più grande scalpellino d'America. Così crede, almeno.
Per noi lo è stato.
E' un padre tiranno, un emigrato, un puttaniere ubriacone, instancabile lavoratore.
Un "dago", come ci chiamavano a noi italiani. In quel dell'America.
Col coltello in tasca, rissaioli. Che a'ridaje, ci piace il vin, ci piaccion le donne.
Un padre del cazzo, diciamola tutta.
Ma un uomo che colma un vuoto.
Più di quei padri giovanili e affabili, moderni, incosistenti.
Uomini d'altri tempi attorno al tavolo. Al casino. Al cantiere.
Quando mancano, il mondo è spoglio.
Si lamentino i figli, le mogli, i generi, le nuore e i cognati.
Si lamentino pure.
Che Fante non è come voi.
Che ci fa venire fame, fame di pane bianco e soffice, sete di vino e ancora fame, fame d'amore, fatto lì, tra il vino e il pane.
Che Nick Molise non è come voi.
Che ci fa ridere, ci fa divertire, ci fa incazzare, ci fa schifo, e ci fa piangere.
Di padri nella letteratura ce ne son tanti. A volte troppi.
Che per non annoiarci devi essere un grande per parlarne.
Vuoi Kafka. Vuoi Dostoevski. Buuuuuum!! Che padri ragazzi!
Che figli di puttana.
Anche Fante però.
Fante col suo ritratto dissacrante.
Che se Nick è un buon padre, Henry è un ottimo figlio.
Che costruiranno un affumicatoio di pietra fino a sputare sangue.
Che crolla giù con la pioggia.
Che queste generazioni qua erano talmente distanti da potersi combattere.
Da potersi confrontare.
Da potersi lasciare in pace.
Mica giocavano alla playstation insieme.
Mica avevano sempre le stesse idee.
Mica non avevano idea di mollare.
Fante commovente però.
Quando si chiede cosa diventerà un uomo, quando si guarderà allo specchio la mattina del funerale del padre.
Cosa penserà. Cosa significherà essere figlio. Cosa significherà essere padre.
Qui c'è il vino, siore e siori, belle donne, sante e puttane. Qui c'è la vita.
Fatevi avanti. Che poi un giorno non ci sarà tempo. Più niente da fare.
John Fante. Nick ed Henry Molise.
Sentite che nomi, direbbe Vinicio.
Che attacco.
Che fucileria.
Che imbroglio.


ON AIR: 13th Floor Elevators - You gonna miss me


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2 commenti:

magenta ha detto...

ma guarda guarda che bel regalino ti è stato fatto... Comunque l'ho comprato pure io e non vedo l'ora di leggermelo... Sono sicura non mi deluderà... Poi vi farò sapere!!!!

bacotabacco ha detto...

Queste son manie di protagonismo però. ;)