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Cronache da Altroquando

lunedì 8 giugno 2009

Qualcuno era comunista

- Hey, ciao!
- Ciao...
- Beh come va?
- Bene, bene...
- Allora ieri?
- Ieri che?
- Che hai votato...?
- Ah...no beh...veramente...non ho votato...
- Eh?! Perchè?
- Mah non so...non sapevo che fare...chi avrei dovuto votare? E' tutta una congrega di ladri e di puttane...buffoni...ignoranti...
- Si ma è un tuo diritto e poi non ci pensi alla dittatura?! Vuoi consegnare il paese in mano a Berlusconi? Sai che possiede tre televisioni? E poi Noemi? Che esempio può dare ai nostri figli? E la democrazia? E il precariato? E...
- ...e te per chi hai votato?
- Io? PD, ovvio.
- Ah...loro le risolvono le cose...
- Beh l'importante è essere contro Berlusconi.
- Ah...certo...
- ...e poi l'ideale? Dove lo metti? ...oh, sveglia!!! Che ti è successo?!
- ...eh, l'ideale, appunto...
- ...ma, insomma, non sei mica di sinistra di te? Non sei mica un comunista?
- ...beh, ora non esageriamo...
- ...oh, ma sei fuori? Non avrai mica votato Forza Italia...
- ...ti ho detto che non ho votato...
- Qualunquista.

- ... stronzo!

Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia. Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, il papà. .. la mamma no. Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il paradiso terrestre. Qualcuno era comunista perché si sentiva solo. Qualcuno era comunista perché aveva avuto una educazione troppo cattolica. Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche. . . lo esigevano tutti. Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto. Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto. Qualcuno era comunista perché prima… prima…prima… era fascista. Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano, ma lontano. Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona. Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona. Qualcuno era comunista perché era ricco ma amava il popolo. Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari. Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro Dio. Qualcuno era comunista perché era talmente affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro. Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l'operaio. Qualcuno era comunista perché voleva l'aumento di stipendio. Qualcuno era comunista perché la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente. Qualcuno era comunista perché la borghesia, il proletariato, la lotta di classe... Qualcuno era comunista per fare rabbia a suo padre. Qualcuno era comunista perché guardava solo RAI TRE. Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione. Qualcuno era comunista perché voleva statalizzare tutto. Qualcuno era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini. Qualcuno era comunista perché aveva scambiato il materialismo dialettico per il Vangelo secondo Lenin. Qualcuno era comunista perché era convinto di avere dietro di sé la classe operaia. Qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri. Qualcuno era comunista perché c'era il grande partito comunista. Qualcuno era comunista malgrado ci fosse il grande partito comunista. Qualcuno era comunista perché non c'era niente di meglio. Qualcuno era comunista perché abbiamo avuto il peggior partito socialista d'Europa. Qualcuno era comunista perché lo Stato peggio che da noi, solo in Uganda. Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di quarant'anni di governi democristiani incapaci e mafiosi. Qualcuno era comunista perché Piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l'Italicus, Ustica eccetera, eccetera, eccetera… Qualcuno era comunista perché chi era contro era comunista. Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia. Qualcuno credeva di essere comunista, e forse era qualcos'altro. Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana. Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri. Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo. Perché sentiva la necessità di una morale diversa. Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita. Sì, qualcuno era comunista perché, con accanto questo slancio, ognuno era come… più di sé stesso. Era come… due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall'altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita. No. Niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare…come dei gabbiani ipotetici. E ora? Anche ora ci si sente come in due. Da una parte l'uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall'altra il gabbiano senza più neanche l'intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito:

Due miserie in un corpo solo.


ON AIR - Giorgio Gaber - Qualcuno era comunista


Keywords: giorgio gaber sandro luperini qualcuno era comunista testo teatro canzone elezioni europee 2009 comunista che mangia bambino qualcuno era democratico l'unità

8 commenti:

Il Fattore ha detto...

Con enorme raccapriccio ho appreso in questo momento che in questi giorni una povera scema ha parodiato (non correggetemi perchè è il termine giusto, è proprio una parodia, nient'altro, o una caricatura al limite) il brano di Gaber e Luperini.
Si chiama Qualcuno era democratico.
Vi lascio immaginare che roba è.
Il bello è che L'Unità, riporta la simpatica notizia nella prima pagina del sito.
Capita a tutti di cadere nel ridicolo una volta o l'altra, ma questi qua c'hanno veramente del talento.

Qualora non resistiate a malmenarvi le tolle, questo è il link alla sventurata pagina:

http://www.unita.it/news/politica/8536/qualcuno_era_democratico_storia_del_pd_pensando_a_gaber

darko dardovic ha detto...

Questo post riporta certamente un pensiero che è corso lungo tutta la "campagna elettorale" e che ha afflitto,con senso di impotenza,una buona maggioranza di potenziali elettori. tu a chi voti?...il vuoto si crea nella testa...(i più sensibili addirittura si imbarazzano; i più duri fanno mostra di disprezzo!)non si sa cosa rispondere. si tratta sicuramente di un evento ricorrente di tutte le ultime tornate elettorali che siano esse politiche o europee,amministrative o regionali. non voglio trovare risposte al problema della mancanza di fiducia dei cittadini nei confronti dei partiti, dei governanti e di chiunque faccia politica o ritenga di farla e neanche al problema del non sentirsi rappresentati dagli apparati partitici che si affrontano per il voto, in quanto, questi motivi sarebbero troppi!!! voglio però fare una riflessione sul voto del 6 e del 7 giugno, la tornata elettorale europea per l'elezione del parlamento UE. innanzitutto ritengo che nonostante i problemi della nostra Europa unita siano tanti,non bisogna arrendersi alla moda del "non mi riguarda non voto" dando prova di disinformazione, in quanto essendo italiani e non australiani ci riguarda da vicino e inoltre, lasciando il nostro governo libero da un'adeguata pressione dell'opinione pubblica, come si è visto i politici non fanno più neanche campagna elettorale...non gli interessa più convincerci,ormai siamo rassegnati! dunque se si vuole seguire la moda meglio orientarsi a quella dei capi d'abbigliamento, da più soddisfazione e crea meno effetti collaterali. partendo da questo presupposto, ritengo che il dato più significativo risultato da questa tornata elettorale sia stato la "svolta a destra" avvenuta nella maggior parte dei paesi votanti, purtroppo si tratta,nonostante siano in minoranza, anche di partiti xenofobi. questo dato, preso con la giusta cautela, si inserisce nel più grande contesto relativo all'immigrazione! l'immigrazione oggi, rappresenta la più grande frattura che esiste tra due mondi che potremmo chiamare: post-storico, il nostro(in generale la liberal-democrazia occidentale), in cui gli stati si confrontano ormai sul piano economico ed è difficile il ricorso alla guerra e il mondo definito storico nella quale gli stati si muovono ancora attraverso la tradizionale politica di potenza basata sulla deterrenza di armi e sulla minaccia dell'uso della forza. le relazioni tra i due mondi sono inevitabili perché il mondo storico detiene la maggior parte del petrolio, che serve per il benessere del mondo post-storico. ma il problema è che insieme al petrolio arrivano anche tante persone in cerca di benessere...e bisognerà trovare una soluzione, purtroppo la logica ci porta ad affermare che mandarli via non basterà più. dunque, anche se non si è convinti pienamente di questa unione europea ci si sforzi di pensare in grande, ciò significa anche, e non solo naturalmente, comprendere che un problema, serio adesso ma ancor di più nei prossimi anni, come quello dell'immigrazione può essere risolto solamente se si agisce come un continente unito, al contrario l'azione singola di ogni stato porterà inevitabilmente a far rinascere sentimenti di intolleranza che una volta risvegliati sono difficili da estirpare. tutti sappiamo che la politica di immigrazione, oggi, non è inserita nell'agenda dell'unione europea, ma questo non vuol dire che domani non potrà esserci, anzi io sono del parere che sarà inevitabilmente così! anche un paese come la Gran Bretagna,da sempre riluttante nel sostenere una politica in materia d'immigrazione comune, dovrà cambiare atteggiamento.

darko dardovic ha detto...

…CONTINUO…
in conclusione voglio solo ricordare che per far fronte alle sfide della modernità in tutti i continenti da quello americano a quello asiatico passando per il medio oriente ci si è sforzati di costruire un'istituzione simile all'unione europea e finora tutti hanno fallito(il progetto più interessante, ancora in fase di formazione, è quello che riguarda i paesi del sud-est asiatico). si tratta dunque di un progetto inseguito da più parti...sia per il suo valore economico ma anche perché la sicurezza che si è raggiunta in Europa è un sogno per molte popolazioni. non sprechiamo il lavoro di uomini illustri e non dimentichiamoci la storia passata....in Europa oggi bisogna farsi sentire e non tacere girando la faccia da un'altra parte...!!

robertino ha detto...

toga la battuta della moda

debora serracchiani ha detto...

sci ma in scintesci?

Penny ha detto...

mio fratello è figlio unico...

magenta ha detto...

Ahhahahaha....rido della battuta di penny!!!

Il Fattore ha detto...

Ah ah ah...si...;)